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Sindaca VIRGINIA RAGGI, riapriamo tutte le #fontanelle di Roma!
L’estate scorsa Acea-Ato2 e Roma Capitale hanno disposto la chiusura delle fontanelle – chiusura ancora in corso – come misura straordinaria giustificata dall’ondata di siccità. Tuttavia i “nasoni” rappresentano appena l’1% del consumo di acqua della città, mentre le perdite e gli allacci abusivi alla rete idrica determinano uno spreco di acqua pari a circa il 40% del volume trasportato!
Le fontanelle sono punti di ristoro per noi, per i nostri amici animali, per i più deboli. Distribuiscono acqua gratuitamente a tutti. Sono un vero BENE COMUNE e poi sono la storia di Roma!
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Diciamo NO all’austerity che comincia sempre dagli ultimi.
Diciamo SI’ a un sistema di distribuzione dell’acqua più equo, trasparente ed ecosostenibile
Difendiamo quell’1% di acqua per tutti, e pensiamo piuttosto ad aggiustare le tubazioni piene di perdite reinvestendo gli utili di Acea!
Con questa petizione chiediamo ALLA SINDACA VIRGINIA RAGGI di:
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– riaprire immediatamente TUTTE le fontanelle di Roma (scarica qui la mappa)
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– disporre una moratoria sulla distribuzione degli utili di Acea S.p.a. tra i soci, sino alla totale ristrutturazione della rete idrica di Roma, in modo da portare a ZERO le perdite del sistema;
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– avviare immediatamente un piano aziendale volto alla diversificazione delle fonti di prelievo dell’acqua distribuita a Roma ed alla separazione del ciclo delle acque bianche da quello delle acque nere;
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– approvare un piano generale per la manutenzione dei “nasoni”, rilanciando il programma di installazione dei beverini per gli animali (in tutta Roma ne risultano appena 19 ancora in uso!) e valutando la progressiva sostituzione dei boccagli a perdere con rubinetti a pulsante
Tappiamo i buchi, #STAPPIAMOINASONI!
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PER SAPERNE DI PIU’
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Nella Capitale ci sono circa 2800 fontanelle pubbliche, che i romani chiamano affettuosamente “nasoni”. A queste si sommano altre fontanelle in pietra o in muratura, di particolare valore culturale. I nasoni sono da sempre un tratto caratteristico del paesaggio di Roma, sia nel centro storico che in periferia, e consumano appena l’1% dell’acqua erogata alla città. Le fontanelle, inoltre, svolgono una fondamentale funzione sociale, soprattutto nei mesi caldi, distribuendo acqua gratuitamente ai soggetti più deboli: bambini, anziani, senzatetto, famiglie in emergenza abitativa, animali domestici e non domestici. Inoltre forniscono acqua ai mercati rionali e contribuiscono a mantenere pulite le fognature.
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Nel corso dell’estate 2017, tuttavia, Acea Ato2 S.p.a., con l’assenso di Roma Capitale – che detiene il 51% di Acea S.p.a., a sua volta proprietaria di oltre il 90% di Acea Ato2 S.p.a. – stabiliva di chiudere temporaneamente circa 2150 fontanelle, al fine dichiarato di “contenere il più possibile il prelievo dal Lago di Bracciano”, e giustificando tale scelta in base alla “eccezionale situazione di siccità che interessa oramai da molti mesi l’intero territorio gestito da Acea Ato 2” (scarica la lettera di Acea Ato2 al Comune).
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In realtà – secondo i dati raccolti nel 2017 da Utilitalia, federazione dei gestori dei servizi pubblici italiani, di cui fa parte anche Acea S.p.a. – circa il 40% dell’acqua distribuita a Roma va sistematicamente sprecata a causa di allacci abusivi o perdite nella rete idrica obsoleta, risalente a 30-50 anni fa e mai interessata da un piano generalizzato di ammodernamento e ristrutturazione. Solo a seguito dell’emergenza idrica dell’estate 2017 Acea ha eseguito interventi che hanno ridotto le perdite al 37%.
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Il recente rapporto ISPRA (fonte: Bracciano Smartlake) sullo stato del lago di Bracciano, inoltre, ha evidenziato che – pur a fronte di una estate 2017 particolarmente calda, peraltro nel quadro di un ciclo che ha visto analoghe fasi di siccità nel corso degli ultimi anni ‘90, nel 2007 e nel 2012 – “le criticità rilevate derivano soprattutto dalla crescente pressione antropica” e che “l’attuale uso e gestione delle risorse idriche del lago, caratterizzato da elevate captazioni da acquedotti per la fornitura di numerosi centri urbani (…) associate anche all’uso a scopo irriguo (…) ha comportato un importante depauperamento delle risorse idriche, potenzialmente in grado di superare la capacità autoricostitutiva della riserva del bacino lacustre”.
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La Fondazione Finanza Etica-Gruppo Banca Etica, azionista di Acea, ha inoltre rilevato che “nei bilanci della Società del periodo 2012-2015 mancano all’appello investimenti in manutenzione, condotte idriche e fognarie e altre infrastrutture per circa 375 milioni di Euro da parte di Acea Ato 2”.
Mentre si tagliavano gli stanziamenti destinati alla manutenzione della rete, però, gli utili di Acea Ato2 sono aumentati: dai 48,37 milioni di fine 2011 ai 70,70 milioni di Euro del 2015, per arrivare nel 2016 a 89,85 milioni di Euro. E siccome Acea S.p.a. detiene circa il 96% di Acea Ato2 S.p.a., ciò significa che quasi tutti questi dividendi, negli anni, sono stati ripartiti proporzionalmente tra i principali azionisti di Acea S.p.a. : il 51% a Roma Capitale, il 23% al gruppo francese Suez ed il 5% al gruppo Caltagirone.
Così, nel 2017, a seguito dell’approvazione del bilancio 2016, la Sindaca Raggi, quale azionista di maggioranza di Acea S.p.a., si è in pratica assegnata da sola una cedola di circa 67 milioni di Euro.
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E la soluzione della cosiddetta “emergenza idrica”, allora, sarebbe chiudere le fontanelle? A pagare per le inefficienze della rete e per la situazione critica a cui oggi è giunto il lago di Bracciano devono essere i romani, e soprattutto i soggetti più deboli?
E che dire del fatto che il Comune ha interrotto il piano di installazione di beverini per gli animali sulle fontanelle? Il Dipartimento Tutela Ambientale non sa neppure dove si trovano i “nasoni” su cui sono già installate le ciotole per i cani (scarica la comunicazione del Comune), un dato che è stato viceversa correttamente fornito da Acea Ato2 (scarica l’ubicazione delle fontanelle con beverini): sulla base degli atti disponibili, in tutta Roma ci sarebbero appena 19 fontanelle con ciotole!
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La chiusura dei “nasoni” – un gesto estremo e contrario al principio fondamentale di facilitare l’accesso di tutti all’acqua, bene comune – si rivela dunque una misura ingiustificata ed ingiustificabile.
Proprio a causa del cambiamento climatico, è dovere della politica rendere l’acqua maggiormente accessibile a tutti, impegnando le risorse necessarie per l’adozione delle misure che occorrono: ammodernamento della rete idrica, maggiore diversificazione delle fonti di approvvigionamento, separazione del ciclo delle acque bianche dal ciclo delle acque nere.Le fontanelle non vanno chiuse, ma semmai migliorate, ad esempio applicando il boccaglio a pulsante dove possibile, e rilanciando il programma di installazione delle ciotole per gli animali. Il flusso che va ridotto è quello degli utili nelle tasche dei soci delle multinazionali dell’acqua, e non quello dell’acqua nelle nostre fontanelle!I cittadini romani sono pronti a fare la propria parte, mediante un utilizzo più responsabile dell’acqua corrente. Vogliamo che anche Virginia Raggi – esponente di un movimento che ha fatto dell’acqua pubblica una delle proprie battaglie e tra i sostenitori della “Dichiarazione di Roma” sull’acqua ed il clima (vedi qui intervento Raggi in occasione della conferenza di Roma) – faccia la sua, e utilizzi i poteri che le competono come Sindaca e come azionista di maggioranza di Acea S.p.a. per restituire i “nasoni” alla città e rendere più equo, trasparente ed ecosostenibile il sistema di distribuzione dell’acqua nella Capitale.