Presso Arco di Travertino – dove si trova la fermata Metro A omonima – il Comune ha realizzato un parcheggio interrato ed un capolinea di bus. Nello stesso progetto rientrava la realizzazione di una “piazza coperta” che, dopo varie ipotesi sulla destinazione d’uso, secondo la Presidente del VII Municipio Monica Lozzi e l’assessore Salvatore Vivace dovrà diventare la sede di un “progetto che si sta sviluppando con l’Università degli Studi di Roma La Sapienza e che prevede la possibilità di ospitare la sede unica della Polizia Locale VII gruppo, l’ente parco archeologico, la velostazione per il Grab, oltre ad altre attività di servizi al cittadino”
Eppure oggi i cittadini romani attendono ancora l’allestimento di quei servizi promessi da questa e dalle precedenti giunte municipali.
Infatti, a quasi sei anni dall’ultimazione dei lavori – nonostante varie denunce di cittadini e comitati, e l’interessamento anche di “Striscia la notizia” – della piazza coperta esistono solo il cosiddetto “rustico” e la tettoia in legno lamellare, e tutto si trova per di più in uno stato di degrado e abbandono a causa delmancato utilizzo e dell’impossibilità che qualcuno ne effettui la periodica manutenzione.
Ma perché tanto ritardo? Ecco una possibile spiegazione.
A seguito di un complesso accesso agli atti condotto con Riccardo La Bella, responsabile per l’urbanistica dei Verdi di Roma, abbiamo scoperto alcune mancanze nell’iter amministrativo portato avanti dai soggetti, pubblici e privati, responsabili della realizzazione del parcheggio di Arco di Travertino (Comune, ATAC e controllate, società appaltatrici, etc.). L’opera, infatti, è stata realizzata senza aver perfezionato il procedimento espropriativo di tutte le particelle catastali Interessate.
Alcune di queste particelle, riguardanti proprio l’area su cui insiste la piazza coperta, sarebbero tuttora di proprietà di privati. Se ciò è vero si sarebbe dunque costruito anche su terreni non espropriati e questo apparentemente potrebbe essere uno dei motivi per cui allo stato attuale il progetto è fermo. La situazione di fatto non consentirebbe né la presa in consegna dell’opera da parte di Roma Capitale, né la dichiarazione di agibilità della medesima, costituendo un grave danno al patrimonio pubblico dei cittadini romani che sono anche lasciati nella completa oscurità dal punto di vista dell’informazione.
Eppure una soluzione ci sarebbe. L’Amministrazione capitolina potrebbe risolvere la questione ai sensi dall’art.42 bis del Testo Unico sugli Espropri, che consente di sanare l’utilizzo senza titolo di un bene per scopi di interesse pubblico, permettendone così l’acquisizione al patrimonio comunale.
Nonostante la procedura preveda un significativo aggravio di spesa per le casse cittadine è importante che il Municipio VII e soprattutto Roma Capitale mettano fine al “pasticciaccio brutto”di Arco di Travertino, un’opera da oltre 30 milioni di euro pressoché inutilizzata, facendosi carico delle responsabilità del caso e sbloccando definitivamente l’iter burocratico, sia per consegnare finalmente l’opera alla pubblica fruizione che per evitare ulteriori danni derivanti dall’attuale stato di abbandono.
Qui sono disponibili i documenti forniti in seguito all’accesso agli atti.